Roadbike - Salite da mito - Passo Manghen
Bici da corsa
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Durata 4,1 h
Percorso 23,1 km
Ascesa 1857 hm
Discesa 196 hm
Altezza massima 2020 m
Roadbike - Salite da mito - Passo Manghen - Informazioni
La strada fu costruita nel 1958 sul percorso di una vecchia mulattiera. Sono 23 chilometri per un totale di oltre 1600 metri di dislivello. Numeri che impongono di affrontare questa salita con una buona preparazione. La strada non è regolare e questo può indurre nella tentazione di forzare, specie all’inizio. Invece bisogna tenere di riserva qualche energia perché sono gli ultimi chilometri i più impegnativi.Per chi sale dalla Valsugana il passo del Manghen si imbocca nell’abitato di Borgo. La strada sale subito, anche se non in maniera violenta. I primi 4 chilometri sono abbordabili, mentre sono più impegnativi quelli che si immergono nel bosco, subito dopo il bivio di Telve. Dopo circa 8 chilometri si respira per un breve tratto. Sono due chilometri che anticipano l’inizio della salita vera, quella che, in alcuni punti, presenta pendenze attorno al 13 per cento.
E’ il cuore della val Calamento, dove la fatica si fa sentire, ma dove è possibile ammirare la cornice di pascoli e malghe, una tradizione lattiero casearia di ottima qualità. Si pedala per altri quattro chilometri di sudore, per poi rifiatare pochi minuti su un falsopiano prima di affrontare l’ultimo durissimo tratto: 7 chilometri che sembrano non finire mai. Una salita che nel finale non offre nessuna frescura, nessuna ombra, ma che, all’arrivo, regala una grande soddisfazione.
L’impresa è compiuta, così come riuscì a Mariano Piccoli nel 1996. Il corridore trentino scollinò nel primo in quel Giro dove vinse per il secondo anno la classifica dello scalatore.
E’ il cuore della val Calamento, dove la fatica si fa sentire, ma dove è possibile ammirare la cornice di pascoli e malghe, una tradizione lattiero casearia di ottima qualità. Si pedala per altri quattro chilometri di sudore, per poi rifiatare pochi minuti su un falsopiano prima di affrontare l’ultimo durissimo tratto: 7 chilometri che sembrano non finire mai. Una salita che nel finale non offre nessuna frescura, nessuna ombra, ma che, all’arrivo, regala una grande soddisfazione.
L’impresa è compiuta, così come riuscì a Mariano Piccoli nel 1996. Il corridore trentino scollinò nel primo in quel Giro dove vinse per il secondo anno la classifica dello scalatore.
Difficoltà
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